Nuovi arrivi

Incontro con Frédéric Olivieri, Presidente di Giuria del Prix de Lausanne 2020

30.01.2020

Fondato nel 1973 da Philippe ed Elvira Braunschweig, il Prix de Lausanne è L’appuntamento irrinunciabile quando si parla di giovani talenti.

Grazie a un’amicizia di lunga data con la coppia di fondatori Harlequin ha iniziato a sostenere il concorso, restando un partner consolidato fino ad oggi. Nell’intento di adeguare la pratica della danza al benessere dei danzatori, il Gruppo Harlequin è fiero di fornire i propri prodotti per le sale prova e il palcoscenico del Prix de Lausanne, mettendo i candidati in condizione di danzare su un pavimento di livello professionale.

Quest’anno il Presidente di Giuria è Frédéric Olivieri, Direttore del Corpo di Ballo e della Scuola di danza della Scala di Milano. Noi l’abbiamo incontrato qualche giorno prima dell’inizio della manifestazione:

Secondo lei cosa rende speciale il Prix de Lausanne?

Il Prix de Lausanne è innanzitutto sinonimo di qualità. Qualità delle prestazioni dei concorrenti, qualità e diversità dei membri della giuria e ovviamente, aspetto che non può essere trascurato, qualità dell’organizzazione e della logistica. Tutti questi elementi creano un ambiente sano, positivo e sereno.

Ma soprattutto è senza dubbio il concorso più importante, uno dei pochi che aprono veramente le porte. Tutto il settore si ritrova a Losanna: per un ballerino partecipare al Prix de Lausanne è già farsi notare .È per questo che non ci sono perdenti a Losanna. La possibilità di partecipare è già vincere!

Personalmente ho avuto la fortuna di vincere il Prix de Lausanne nel 1977, quando non ero che un giovane danzatore nizzardo di 16 anni …. e Losanna ha cambiato la mia vita, dal momento che mi ha permesso di entrare nel Corpo di Ballo dell’Opéra di Parigi!

Ecco cos’è il Prix de Lausanne: passione, generosità e una vittoria per tutto il mondo!

Lei segue il Prix da molto tempo. Ha notato un’evoluzione?

Naturalmente. A mio avviso la più importante è l’evoluzione del repertorio. Dal 1998 i giovani coreografi hanno il compito di creare variazioni contemporanee obbligatorie. Presenti a Losanna durante la settimana del concorso, essi accompagnano i candidati che affrontano – spesso per la prima volta – le caratteristiche del movimento e del corpo proprie di questa disciplina. I giovani danzatori imparano ad adattarsi al linguaggio personale di ogni coreografo. Grazie a queste variazioni contemporanee particolarmente adatte alla loro età i giovani artisti devono affrontare nuove sensazioni che li aiuteranno a sviluppare la loro capacità di reazione alla musica con immaginazione e sensibilità e a svelare la loro personalità attraverso l’espressione delle loro emozioni.

Lei è il presidente di giuria del Prix de Lausanne 2020. Quali caratteristiche fanno un buon ballerino?

Un buon ballerino deve avere ovviamente una base tecnica impeccabile. Ma ciò che fa realmente la differenza è il virtuosismo e la musicalità, la capacità di appropriarsi profondamente di un repertorio, di uno stile. E poi c’è quello che nessuno ti insegna: l’aura artistica, il carisma. Ci sono danzatori che fanno trattenere il fiato solo facendo due passi sul palcoscenico.

Quando si è in giuria vi è sempre qualcosa di magico in questa attesa di veder emergere nuovi talenti. È veramente una gioia per tutti. Poi bisogna sempre valutare il margine di evoluzione di ciascun partecipante, poiché si tratta di danzatori molto giovani che possono sempre progredire. Ma credo che i professionisti abbiano l’occhio abbastanza allenato per individuare ciò che vi è in embrione in ciascuno dei giovani artisti.

Che consigli darebbe ai partecipanti?

Da sempre dò lo stesso consiglio a tutti i giovani danzatori: rimani te stesso! Non cambiare, non cercare di imitare gli altri. Ciò che conta sei solo e soltanto tu!

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